martedì 12 giugno 2012

ROMA SPARITA


12 ore fa
'NA VORTA

di I.L (Poeti der Trullo)
'Na vorta a Roma mia
Se campava co' du' spicci
Se cantava in ogni via
Pe' da' sfogo a li capricci

'Na vorta a 'sta città
Nun mancava mai er fiato
Je serviva pe' canta'
Storie e amori der passato

'Na vorta in fondo ar còre
De' poeti e borgatari
C'era er tipico rumore
Dei quartieri popolari

'Na vorta, io ve dico
Nella nostra cittadina
Er quartiere t'era amico
Da Testaccio a Tiburtina

'Na vorta c'era gente
Co' la polvere su 'e dita
E piagneva soridente
Sempre in lotta co' la vita

'Na vorta, tempo addietro
Questa società romana
Era chiara come vetro
Forte come tramontana

'Na vorta, tempo fa
Arvaro Amici e Gabriella
Te facevano casca'
Tra le braccia de 'na stella

'Na vorta a Roma mia
Je bastava solo er sole
Pe' esse piena de poesia
Senza tutte 'ste parole


I.L.

venerdì 2 marzo 2012


Tania Scavolini:
bersani ieri era alle corde di un ring e con le mascelle rotte, tanto che non riusciva ad articolare parole di senso compiuto....ma mi domando se mai le ha articolate...era alla farneticazione più evidente, parlava di pericolo terroristico e di violenza tra le frange dei no tav quando ad essere violenti finora sono stati i poliziotti..per quanto riguarda il PD non è mai stato il mio partito...troppi galli galletti e non si è mai fatto giorno..sono di sinistra da sempre ma mi dispiace non mi sono mai riconosciuta nella "Sinistra??" del PD...e ricordatevi che ad essere a favore della Tav ci sono anche Fassino e Renzi tanto per citarne alcuni...sono sempre più schifata e disgustata...qua si sta giocando sulla pelle della gente per favorirei soli interessi economici di chi da questa cosa ci guadagnerà!!! sono d'accordo per il VOTO!!!! avendo ben chiaro però chi bisogna votare..io lo so,voto da sempre lo stesso partito (l'unico per me che risponde al mio pensiero..PRC)
Sonia Frascatore: La sinistra e la destra riconoscono "credi" politici ben differenti ed è giusto che sia così, ovviamente.Esistono, però, dei temi - che con la politica non hanno niente a che vedere - di fronte ai quali l'UOMO dovrebbe porsi "armato" solo del suo BUONSENSO, null' altro. In più, qualora si tratti di argomenti di cui non possiede alcuna competenza, l'UOMO dovrebbe "sfoderare" tutta la sua UMILTA' e lasciarsi guidare da chi conosce la materia. Il problema è che i nostri politic(ant)i sono solo "omminicchi" dotati di scarsissimo buonsenso - peraltro non si capisce bene in quale direzione pilotato.. - e completamente privi di umiltà.Sono ricchi solo di protervia e di scelleratezza, unite spesso a delinquenza.Esistono agli atti relazioni stilate da celebri professionisti - illustrissimi TECNICI, peraltro non politicizzati - ampiamente attestanti l'inutilità e la pericolosità della TAV (e del ponte sullo stretto...), che gli "omminicchi" di cui sopra continuano ad ignorare. Invece, accettano come vangelo tutto quello che viene fuori dalle elevate menti dei TECNICI attualmente al governo.Una domanda sorge spontanea: i tecnici se li cercano "ad hoc", cioè "in linea" con i loro lerci interessi?
I think so....

1 luglio 2011


Parola del professore di economia del Politecnico di Milano, Marco Ponti
Stavolta i manifestanti hanno ragione. Fenomeno raro, perché di solito gli ostracismi di piazza fanno solo perdere soldi e tempo.Ma riguardo alla Torino- Lione hanno imbroccato una causa giusta, per molte ragioni.
L’AVVIO DEL CANTIERE TORINO-LIONE
– Così la pensa Marco Ponti, professore di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano, che dalle pagine del Fatto e a colloquio con noi non se la sente di condannare il movimento No Tav in Val di Susa. Nei giorni scorsi gli attivisti hanno tentato di bloccare il cantiere di Chiromonte, dove stanno iniziando i lavori di un tunnel geognostico sotto il massiccio dell’Ambin.
Una galleria di sette chilometri, la cui costruzione dovrebbe durare circa tre anni, che servirà per valutare lo stato geologico e la presenza di eventuali minerali pericolosi (come l’amianto) nel luogo che diventerà il tunnel ferroviario.
Il cantiere, di 36mila metri quadri e dove già operano 150 addetti della Italcoge e delle altre società che hanno vinto l’appalto, è già in funzione, e per un ventennio sventrerà la montagna per costruire, secondo i comitati e secondo il professor Ponti (due anime opposte per una volta dalla stessa parte) una linea ferroviaria assolutamente inutile.
Il progetto è “cretino”, perderemo un sacco di soldi pubblici e inquineremo l’aria. Ma ovviamente qualcuno che ci guadagnerà, e tanto, c’è.
NO TAV – In Val di Susa, ma non solo, sono ormai decine di migliaia gli attivisti che combattono il progetto del super treno, a colpi di ricorsi e di picchetti presso i cantieri. Se alcune tratte interne sono già in funzione, quella italo francese è più discussa, per vari motivi.
Innanzitutto va a toccare un ambiente scarsamente antropizzato dal valore naturalistico maggiore, ma soprattutto incide sull’economia locale dei piccoli paesi che attraversa (Settimo Torinese, Grugliasco, Avigliana, Susa), di tipo rurale e turistico.
In realtà però il movimento anti Tav esiste dai primi anni 2000, e al 2005 risalgono gli scontri più aspri a Venaus, in Valle Cenischia. A seguito di questi conflitti è nato, il 10 dicembre 2005, un osservatorio tecnico e un tavolo permanente tra Governo ed enti locali per trovare una linea comune sul progetto e sul tracciato ferroviario.
Professore, quali sono le idee sbagliate che vengono diffuse intorno al progetto della nuova Torino Lione? E’ vero che non toglierà camion dalla strada, per esempio?
Basta guardare i dati ufficiali: è difficilissimo togliere il trasporto merci dalla strada. Basti pensare che già oggi i camion sono molto tassati e le ferrovie molto sussidiate, e ciononostante le merci viaggiano su gomma e non con i treni.
Questo perché la ferrovia non è un sistema, il camion sì. Il tir fa il porta a porta, e quindi la ferrovia ha bisogno del camion, all’inizio e alla fine del viaggio. Questo rende difficilissimo portare le merci su treno, soprattutto quelle moderne: per carbone, mattoni, legname, il treno va benissimo, ma nel caso dei prodotti ad alto valore aggiunto tipo computer o vestiti firmati è impossibile portare gli industriali a questa soluzione.
Questa tratta viene chiamata ad “alta velocità”. Lo è nel senso più banale del termine, cioè riduce i tempi di percorrenza, o c’è dell’altro?
Il progetto iniziale è completamente cretino: ha dei costi e delle caratteristiche di alta velocità passeggeri, ma i passeggeri non ci sono. Questo secondo le stime ufficiali, in cui la percentuale di traffico passeggeri prevista è piccolissima. Mentre i treni merci non hanno bisogno di alta velocità, non c’è nessuna linea di questo tipo al mondo che non sia destinata ai passeggeri. Quando un treno merci viaggia a 150 km orari è già un ottimo risultato. In più, il progetto è stato concepito come alta velocità solo nel tratto italiano, ma non in quello francese.
Ma allora non è un controsenso che una linea fatta per sveltire una certa tratta sia veloce solo per un pezzo del percorso? Così si vanifica tutto lo sforzo.
Infatti come dicevo il progetto è di una stupidità fenomenale. E’ fatto solo per farlo costare di più. Le tesi a favore di quest’opera sono facilmente confutabili tramite i dati ufficiali, nemmeno quelli di parte: io uso solo fonti ufficiali proprio per essere poco attaccabile ma nessuno mai mi risponde.

I NUMERI – Sembra che il nuovo ponte italo francese (non si può nemmeno dire “ad alta velocità”, a questo punto) sia pieno di falle a livello di progettazione. Non intercetta le merci, che non hanno bisogno di correre ma di un trasporto stabile e sicuro.
Non intercetta i passeggeri, che continuano a preferire l’auto: quelli ufficialmente previsti sono circa 16 treni al giorno, contro una capacità di 250.
A livello di emissioni, il cantiere supererà di molto quelle del traffico su gomma che dovrebbe dirottare: secondo un’indagine del Fatto, solo il tunnel di base comporterebbe lo smaltimento di 15-18 milioni di metri cubi di materiale di scavo, pari quanto ad emissioni a un milione di viaggi in tir.
Si è detto inoltre, in questi giorni, che i lavori devono partire per evitare la sanzione europea. Secondo Ponti in questo caso si perderebbero tre miliardi, ma su 22 di costo totale dell’opera. Non costruendola, invece, si risparmierebbero 11 miliardi di soldi pubblici.
Facciamo dunque un’ipotesi su chi potrebbe essere interessato a un affare che sembra essere in perdita da tutte le parti: soldi, ambiente, efficienza.
Beh, ovviamente c’è sempre qualcuno che ci guadagna, i costruttori. Consideri poi che in questo settore la concorrenza non funziona molto, vincono sempre gli stessi; quindi non sono nemmeno sottoposti a pressione concorrenziale.
I loro margini di guadagno, quindi, sono straordinariamente ricchi, e questo anche grazie ai Verdi, che hanno fatto in modo che tutto l’apparato costasse molto di più. Sono loro che hanno chiesto il passaggio delle merci su quella tratta, cosa che non ha alcun senso.
E questo vuol dire rendere il progetto molto più costoso. Le pressioni ambientaliste in generale hanno fatto crescere straordinariamente i costi.

Ma anche lì, mica tutti piangono! Quindi il problema dell’impatto ambientaleè più complesso di quel che sembra.
Questi progettivengono studiati in una prospettiva di 25 o 30 anni,
sarebbe inutile fare dei modelli che si spingessero oltre perché le tecnologie potrebbero essere totalmente cambiate. E’ uno dei problemi principali: come saranno i camion,così accusati di inquinare, tra trent’anni? Se estrapoliamo la tecnologia che muoveva i camion trent’anni fa, vediamo che oggi emettono un decimo dei gas inquinanti. Comunque, il problema fondamentale di questi progetti è che l’analisi di lungo termine non è attendibile perché non è neutrale: si chiede all’oste se il vino è buono.
E’ stato avviato questo Osservatorio a Milano, ma ha dato dei risultati palesemente inverosimili, di un ottimismo che nessuno si sente di condividere: hanno previsto una crescita del traffico che non sta né in cielo né in terra, e poi non hanno messo in conto le emissioni di cantiere, che saranno notevolissime: compenserebbero gli ipotetici risparmi per i prossimi vent’anni.
A livello di rischio idrogeologico cosa possiamo aspettarci?
Su questo non esagererei, se l’opera fosse davvero molto utile i rischi si potrebbero ridurre molto con le tecnologie attuali. Il problema su questo fronte sono ancora una volta di ordine economico, in base a quello che si trova nel sottosuolo. Gli svizzeri ad esempio hanno avuto delle sorprese non da poco sotto il Sempione, che hanno fatto crescere di molto le spese. E d’altronde, chi è interessato a dire dall’inizio che una cosa costerà di più, diranno a posteriori che questi rialzi non si potevano prevedere.
Pensi all’alta velocità già costruita, è costata il triplo del previsto. Poi è chiaro che pagando i rischi idrogeologici si attenuano molto, su questo sono ottimista, ma il problema è che se i costi esplodono finiscono a carico dei contribuenti.
Lei dichiara, in merito alla costruzione di queste grandi opere, che ci sono “cose molto più urgenti da fare”.
Quali? Le cose da fare sono soprattutto sulla rete stradale, non dimentichiamo che il sistema ferroviario sposta pochissime persone e merci, nonostante tutte le dichiarazioni contrarie.
Nove decimi delle persone continuano e continueranno a spostarsi su gomma, quindi la prima cosa da fare sarebbe mettere in sicurezza il sistema stradale, in particolare quello locale.
Sulle lunghe tratte non ci sono problemi, perché abbiamo le autostrade a pedaggio che sono tenute bene e sono sicure: peccato che la società che gestisce faccia dei profitti fenomenali che non dovrebbe fare.
In ogni caso, pur pagando caro, almeno si ha un buon servizio. Invece le reti ordinarie su cui viaggiano i tre quarti del traffico sono in cattivissime condizioni e anche molto pericolose.Tutte le opere di manutenzione creano una forte occupazione, maggiore di quella di una singola opera, seppur imponente.
Persino il ministro Brunetta ha scritto un articolo per il Sole 24 Ore in cui sosteneva la necessità di lavorare prima sulla manutenzione di quello che già c’è, anziché cominciare a realizzare grandi opere.
Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Il punto è che la manutenzione non ha una ricaduta mediatica, e quindi politica, mentre una cosa come la Tav attira attenzione.Ma in questo caso però, sta attirando anche attenzioni negative.
La strategia mediatica non va a farsi benedire?Non direi, anzi: alla destra piace il governo che agisce con pugno di ferro, alla super sinistra il popolo che va a combattere per le strade. Insomma, l’effetto mediatico di queste cose è un po’ ambiguo.


Uno scenario futuro per la viabilità in Italia? Beh, se una cosa non serve, non serve.Però la fanno lo stesso. Sarebbero da fare cose che servono all’ambiente, all’imprese, ai pendolari. I sette decimi dei pendolari si spostano in macchina, per esempio.
Questo nessuno lo vuol sentire, ma è la verità. Di loro, gran parte va in autobus. Però ci si occupa solo di quelli che vanno in treno: e gli altri? Ci vorrebbero un’infinità di piccole opere che rendono più sicure, più percorribili e più civili le nostre aree metropolitane, sia riguardo il trasporto pubblico sia quello in macchina, che rimarrà comunque dominante.

giovedì 1 marzo 2012

lupi e pecorelle : chi e' chi?

E LA PECORELLA VENNE VENDICATA DAI LUPI... MA I PENNIVENDOLI DI REGIME QUESTO NON LO HANNO VISTO.

Quella in corso in Val di Susa non è la classica protesta di un gruppo di ambientalisti contro i signori del cemento. Quelle proteste che durano il tempo di una stagione e poi si dimenticano. Quella in corso è una guerra lunga vent'anni. La guerra di un popolo disposto a tutto pur di difendere la sua terra. Una guerra senza respiro che va dal traliccio di Luca Abbà fino al bar di Chianocco, teatro di un raid notturno della polizia. Ma in tutta questa storia fatta di racconti tremendi, di sangue e provocazioni stupide, si corre il rischio di rimanere intrappolati nel fango della partigianeria, dimenticando uno dei problemi cardine del nostro Paese: le organizzazioni criminali. In Piemonte comanda la 'ndrangheta. Ce lo ha confermato l'inchiesta "Minotauro" coi suoi 142 arresti. Gli intrecci fra 'ndrine e politica emersi in Piemonte fanno impallidire. La 'ndrangheta ha votato Fassino sindaco, alle primarie di Torino, almeno secondo alcune intercettazioni. I clan calabresi hanno uomini nei consigli comunali, spesso esprimono assessorati e addirittura sindaci. Sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte c'è una testimonianza importante. E' quella di Rocco Varacalli, uno dei rarissimi pentiti calabresi che proprio in Piemonte, da affiliato a un clan, prendeva appalti e costruiva palazzi e centri commerciali. Quello che dice Varacalli alle telecamere di Presadiretta è interessante: «La 'ndrangheta ha bisogno della politica e i politici hanno bisogno della 'ndrangheta. Il patto si fa prima: a loro i voti a noi i cantieri». Un patto che dà alla Santa un canale preferenziale negli appalti: «Olimpiadi 2006, alta velocità... tutti i lavori pubblici del Piemonte li fa la 'ndrangheta». La Tav è un'opera da 22 miliardi di euro. L'approvazione bipartisan che la politica sta offrendo sull'alta velocità Torino-Lione è un caso rarissimo, nel contesto litigioso della Seconda Repubblica. Cosa hanno promesso i partiti alla 'ndrangheta? Nelle ultime ore in Val di Susa hanno bruciato le auto di alcuni manifestanti. Davvero vogliamo essere così miopi e ingenui da pensare che siano stati incendi accesi dagli stessi No Tav o dalla polizia? E a che scopo? E davvero vogliamo far finta di non capire il contenuto della lettera recapitata a Perino, leader No Tav? E' scritto: «Brutto figlio di puttana, le stalle che abbiamo bruciato erano solo un avvertimento. Ora passeremo ai cristiani: vi veniamo a prendere mentre dormite, vi scanniamo come maiali e vi squagliamo nell'acido». Chi l'ha scritta? Perché i giornali non ne parlano? Luca Mercalli, valsusino e climatologo, da anni porta avanti la tesi dell'inutilità della Tav. Pochi giorni fa su Cadoinpiedi ha scritto: "Se mi si dimostra che l'opera serve veramente vado a inaugurarla di persona!". Ovviamente non gli ha risposto nessuno. Twitter: @biagiosimonetta

venerdì 24 febbraio 2012

Il lamento dell'Assomineraria in fatto di trivellazioni petrolifere...

di Guido Picchetti

Dovete leggerlo... Non avrei mai creduto che un gruppo di persone intelligenti e moderne, unite sotto un etichetta che le qualifica come esponenti di un'associazione per lo sfruttamento delle risorse minerarie del nostro Paese, potesse arrivare a produrre un tale comunicato. Un comunicato che è un tutto un lamento di quanto "poco" si permetta loro di fare nel nostro Paese in questo campo, e al tempo stesso un'invocazione a una maggiore libertà di produrre e inquinare, in mare o in terra, non fa alcuna differenza, basta si riducano le aree protette in Italia e i limiti di rispetto previsti che impediscono ad questi lor-signori di lavorare traquillamente bucando qua e là come vorrebbero, infischiandosene dei rischi e delle conseguenze del loro operato...

Il comunicato è quello diramato da "Assomineraria" proprio in questi giorni, e ringrazio Maria Rita D'Orsogna per avermelo segnalato. Vedi

www.assomineraria.org/news/view.php...6162&from=index.

Già il titolo è tutto un programma. "L’Italia valorizzi il proprio potenziale energetico per uscire dalla crisi... ". Come ? Molto semplicemente assicurando stabilità nel prelievo fiscale (che è già il più basso al mondo, il 4% delle royalties contro il 60% e l'80% di altri paesi...), e ciò al fine di una "corretta valorizzazione" (testuali...) delle riserve nazionali di petrolio e gas, indispensabili per ridurre la fortissima dipendenza dell'Italia dalle importazioni, migliorare la bilancia dei pagamenti, aumentare le entrate fiscali, rilanciare un'economia manifatturiera specializzata, e dare un importante contributo all'occupazione !!!!

Non vi basta ? Allora ecco sul piatto 12 miliardi di investimenti, offerti dal Presidente di Assomineraria Claudio Descalzi al nuovo Governo... e in particolare al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, richiamando la sua attenzione sul fatto che il settore estrattivo, ed in particolare quello dell’esplorazione e produzione di idrocarburi, è in grado di investire questa bella cifra, nell’arco di quattro anni, tutta in impianti produttivi.

Da un impegno finanziario così rilevante, assicura l'Assomineraria; "potrebbero derivare almeno 70mila nuovi posti di lavoro, oltre 40 miliardi di euro di nuove entrate per lo Stato in 20 anni ed un risparmio sulla bolletta energetica di 120 miliardi di euro nello stesso periodo. Gli investimenti riguarderebbero lo sviluppo di giacimenti a terra ed a mare, soprattutto nelle regioni del Sud, con un'attenzione particolare alla Basilicata" !!!

Altro che recessione e spread alle stelle... Ve lo dice l'Assomineraria. Basta crederle... Tra 20 anni saremo tutti ricchi... Come in Basilicata, la regione più povera e inquinata d'Italia, se non di Europa, pur essendo quella che ha attualmente la maggiore capacità produttiva in Europa di prodotti petroliferi, corrispondente tuttavia solo al 6% di quanto l'Italia consuma ! Una regione che è talmente felice di avere questi impianti di sfruttamento di risorse minerarie da scendere domani in piazza a Potenza proprio contro ulteriori progetti estrattivi in Basilicata, al grido di "Tutti Uniti. Mò basta !!!". Gli abitanti di quella regione infatti, per esperienza diretta ne conoscono ormai bene inconvenienti e spiacevoli conseguenze, per non dire altro ...


E per finire, se non vi basta questo mio sfogo, leggetevi anche il pezzo pubblicato oggi da Maria Rita D'Orsogna sul suo Blog contro i dirigenti di Assomineraria. Lo trovate qui, all'url : http://dorsogna.blogspot.com/2012/02/assom...a-e-deliri.html.

E' un pezzo del quale ho soprattutto apprezzato la chiara denuncia di immoralità nei confronti di Assomineraria. Un'associazione che non si perita di contraddire il primo articolo del suo stesso codice di comportamento, che recita testualmente: "L'integrità morale è un dovere costante di tutti gli Associati e caratterizza i comportamenti di tutta l'Assomineraria." !!! Alla faccia...

venerdì 10 febbraio 2012

Se Monti getta la maschera…

di Fabio Marcelli |
6 febbraio 2012

Sono stati davvero in pochi a notare come, fra le cause del caos, indegno di un Paese civile e ad economia avanzata, prodotto dalla neve e dal maltempo in questi giorni in Italia, oltre all’indubbia incapacità di taluni amministratori locali, primo fra tutti Alemanno, vi sia la sistematica politica di indebolimento di ogni istanza e servizio pubblico, dagli enti locali alle ferrovie alla stessa protezione civile.



Queste sono le conseguenze drammatiche della visione neoliberista che equipara lo Stato e gli enti pubblici ad una qualsiasi azienda.
Come da me sottolineato nel saggio Capitalismo finanziario e diritto internazionale: una partita aperta, di prossima pubblicazione per l’editrice Aracne nella collana “Globalizzazione e diritto” da me diretta, “La tendenziale equiparazione dello Stato ai privati, col connesso “appannamento” degli attributi della sovranità, costituisce, come accennato, una conseguenza dell’enorme crescita del peso e del potere decisionale del capitale finanziario”.

Come spiega un economista del calibro di Paul Krugman (in Internazionale del 20 gennaio), vi sono varie ragioni per le quali un’economia nazionale non è paragonabile a un’azienda: “Innanzitutto, perché non c’è un chiaro risultato di bilancio.
Secondo, un sistema economico nazionale è enormemente più complesso di qualsiasi azienda privata.
Ma l’aspetto fondamentale è che anche la multinazionale più grande vende la maggior parte di quello che produce ai clienti, non ai suoi dipendenti”.
I neoliberisti che inducono i fessi ad idolatrare il mercato, sono del resto i primi a invocare lo Stato quando le cose vanno male, come scrive Ulrich Beck su Repubblica di oggi. Succede così che si continuino a inondare di soldi le banche, mentre la gente muore di freddo e un intero Paese va in tilt.

Al governo del nostro Paese c’è del resto il grande sacerdote del neoliberismo. L’accanimento con il quale il governo Monti, seppure con qualche aggiustamento tattico ad usum allocchi (leggi PD) persegue il disegno di abolire l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, dovrebbe chiarire le idee anche ai più accaniti dei suoi a volte autolesionistici ammiratori.
Questa disposizione ha infatti una portata poco più che simbolica ma appunto per questo di grande importanza.

Distruggere la residua forza dei lavoratori costituisce l’obiettivo chiaro del fronte Monti-Marchionne, per lasciare campo libero al capitale.
Al danno si aggiunge poi la beffa se Monti e Fornero invitano i giovani a disprezzare il posto fisso e Profumo li esorta a inventarselo. Con l’aria che tira prolifereranno le baby-gang e i rapinatori: l’unico lavoro che l’esempio delle classi dominanti e la situazione oggettiva consigliano ai giovani. Si costruiranno nuove carceri per fare contenti i manettari e si darà la colpa agli immigrati per fare contenti i razzisti.
Nel frattempo, come dimostra l’accordo sulla responsabilità civile dei giudici, votato nel segreto dell’urna dal Terzo Polo, dalla destra e da più di un piddino, si allontana la possibilità che i veri responsabili e i veri criminali siano chiamati a dare conto di fronte alla giustizia.

Ulrich Beck ha ragione: la “sovranità del mercato” comporta una minaccia esistenziale senza precedenti. Con le conseguenze che vediamo oggi e vedremo sempre di più nel futuro, tanto più nella prospettiva catastrofica che si sta delineando per effetto del cambiamento climatico, un altro fenomeno al quale i governi, paralizzati dalle lobby, non sanno opporre alcuna politica.
E’ di intellettuali indipendenti come Beck e Krugman che abbiamo bisogno, ma nella squallida Italietta produciamo solo tecnici alla Monti e Passera, oscuri e tristi funzionari del capitale finanziario, gente ipocrita che predica bene e razzola male, e costruisce le sue fortune solo sul vuoto di una scandalosa classe politica che ha abdicato a qualsiasi funzione dirigente.

Finché la speculazione finanziaria avrà il coltello dalla parte del manico continuerà ad imporci sacrifici umani sempre più gravosi.
Da quella parte però non c’è via d’uscita, come dimostra la crisi greca.
Il problema è ovviamente di portata mondiale, ma prima ci libereremo di Monti, in Italia, meglio sarà, per noi stessi, per l’Europa e per il pianeta intero.

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di Pietro Ancona :
Pareva che fosse Monti a
ricevere Obama alla Casa
Bianca tanto "ammagnato"
AMMANTATO?) di compiacenza
era il sorriso con il quale
scambiava complimenti
con il suo ospite.
La iper montatura dei
massmedia occidentali
da NYT a Repubblica
del viaggio presso
l'Imperatore del personaggio delegato a controllare
e spremere l'Italia dal pool di banchieri è da studiare
a fondo.
Non si era mai visto niente di simile.Mancava soltanto
la parata trionfale con tantissimi coriandoli tricolori
nelle vie di Manhattan. Tutto è stato esagerato, iperbolico,
falso per un paese che dovrà spremere dalla sua gente 50
miliardi di euro l'anno per venti anni.......

giovedì 9 febbraio 2012


considerazioni sulla mia Patria....
pubblicata da Laura Picchetti
il giorno venerdì 10 febbraio 2012
alle ore 4.15 ·

Vedete miei cari ragazzi, si sa da sempre ed e'notorio ....che una donna che ha subito uno stupro, e' una donna ferita.
Avra' bisogno di tempo e terapie per cercare di elaborare il dramma che ha vissuto, per tentare di superare l'angoscia che l'attanaglia.. se solo un maschio si avvicina a lei. Ci vorra' tempo, ma tanto tempo per riuscire di nuovo ad apprezzare cio'che avviene
attorno a lei, per sentirsi sicura, per ricominciare a fidarsi degli altri e ancora di piu' ce ne vorra' per cominciare a non vedere stupratori 'rapists "
da per tutto, per ricominciare a dare fiducia a chi tenta di fare qualche cosa , per raddrizzare i torti passati, per recuperare un poco di speranza e altrettanto tempo e pazienza ci vorra' da parte di chi l'ha in cura per mettere a punto strategie che possano essere da lei, eticamente accettabili.

Non dara' certamente facile credito a coloro che le dicono: " Fidati !"
" Ti aiutiamo noi! " Non riconoscera' di sicuro... in coloro che provano ad accostarsii a lei ( senza mandato) : di certo non ha alcuna voglia di accettarne consigli o ...... peggio..... imposizioni .
UNA PERSONA FERITA NEL SUO INTIMO, NON SI FIDA, VEDE NERO. NON SPERA PIU' NEL FUTURO E TUTTO LA TERRORIZZA ,FIGURARSI SE SI TRATTA DI UNA INTERA NAZIONE !!!.



QUANDO IL DANNO E' FATTO,
E' INDISPENSABILE ALLONTANARE
TUTTO CIO' CHE AD ESSO E'
LEGATO O CHE RICORDA QUEL
ORRIBILE MOMENTO, PRIMA DI
TUTTO BISOGNA CACCIARE
VIA LE PERSONE COINVOLTE,
POI FAR PAGARE LORO PER
IL CRIMINE E , SOLO DOPO,
SI PUO' TENTARE DI
RICOMINCIARE A VIVERE
SERENAMENTE.

E ' NECESSARIO FARE PULIZIA, PER PORRE FINALMENTE UN VERO RIPARO ALLE INGIUSTIZIE E DISARMARE LA MANO CHI HA COMMESSO IL CRIMINE , CI VUOLE TANTA PROFESSIONALITA' TANTA MODESTIA PER RIUSCIRE A POCO A POCO A RECUPERARE UNA CREDIBILITA' DA LUNGO TEMPO DISSOLTA NEGLI SBERLEFFI E NELLE VIGLIACCHERIE DI UN POTERE MALIGNO MAL USATO. E CI VORRA' ANCHE ( E' BENE DIRLO !) TANTO SACRIFICIO, DA PARTE DI TUTTI MA,IN PRIMIS ,DA PARTE DI COLORO CHE NELL'IMMEDIATO HANNO ACCETTATO L'INVESTITURA E SI SONO CARICATI QUINDI DI UNA SI' GRANDE RESPONSABILITA' SUBITO DOPO.
Ma la via e' lunga : la mente riflette e vede cose che le ricordano il passato traumatico e traumatizzante . Trattasi di processo lento e non sempre la cura porta alla salvezza. A volte, da un trauma siffatto, non se ne esce: molto dipende anche da chi mette in atto una terapia e la porta avanti .

.... E MOLTO DIPENDE ANCHE DAL DUBBIO CHE SI INSINUA, QUASI SEMPRE NELLA MENTE DELLA VITTIMA,E CIOE': CHE IL TERAPEUTA POSSA ESSERE AMICO, O PERFINO, SODALE DELLO STUPRATORE CHE LA FERI' INIZIALMENTE .

C'E' DA DIRE ANCHE CHE SE ..... PERFINO AL MOMENTO DELLA NASCITA....O NELLA SUA PRIMA INFANZIA, CI FURONO ALTRI GRAVI MALTRATTAMENTI,TUTTI QUESTI DOLOROSI RICORDI RIMARRANO PER SEMPRE " ON THE BACK OF HER MIND" , CONDIZIONADO... FORSE .... PER SEMPRE ....I SUOI COMPORTAMENTI FUTURI.





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